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In queste pagine potrete trovare tutte le informazioni e sulla storia della nostra barca e sul nostro equipaggio.

2011 - ARTICOLO DI FINE STAGIONE

Trento-Padova, sett.-nov. 2011

 

La regata di sabato scorso, presso La Rochelle, ha chiuso la brillante stagione 2011, con l’ultima premiazione costituita da una buona bottiglia di prosecco locale.
Non è stato importante il premio quanto l’aver partecipato, potendo vivere l’aria e lo spirito delle regate francesi e vedere un’altra incantevole città storica, esposta ai favori dell’Atlantico, maree comprese.
I marinai atlantici locali, esprimono lo stesso spirito celtico di quelli inglesi, o di quelli scozzesi od irlandesi, permettendo a noi italiani di confonderci  nelle arie musicali e  nei ritmi delle ballate, tutte apparentemente simili eppure tanto diverse all’orecchio attento.

 

 

È difficile tracciare il profilo della stagione, orientata soprattutto al trasferimento in Atlantico, con la prospettiva di testare barca ed equipaggio, in previsione di una probabile adesione ad una delle regate trans-oceaniche.

 

 

Dopo gli interventi di manutenzione eseguiti a Carrara in primavera,  Emeraude, il 2 giugno  è partita per S. Remo, ove per una tragico lutto avvenuto in banchina, nei pressi della barca, nessuno se la senti di affrontare la competizione. Tutti erano provati dall’accaduto, contrastato da un lungo tentativo di rianimazione cui partecipai  attivamente, ma quando la Natura  decide di non si farsi vincere, lascia noi attoniti e provati.
Quindi Emeraude fece  rotta per  S. Tropez ove si preparò per la regata di Antibes e la successiva Giraglia.

 

 

 

Le regate ad Antibes si svolsero regolarmente e la presenza di un equipaggio agguerrito  permise un ottimo piazzamento. Anzi, primi in racing division, con equipaggio: Dario, Alberto, Roberto, Paolo, Mirko, Adriano, Pierantonio, Vittorio.

 

 

La settimana successiva, trasferimento a S. Tropez, per la regata  S. Troperz-Giraglia-Genova, 99 barche in classe IRC concorrenti. Conclusa con un molto onorevole 13° posto, considerato che si regatava a ranghi ridotti, nell’occasione gareggiavano Vittorio, Canzio, Giuliano, Roberto, Paolo, Mirko, Cesarino  ed un altro amico di cui Vittorio non ricorda il nome, a cui chiede scusa.
Anche il piazzamento in reale ha dimostrato, ancora una volta, che Emeraude può nutrire ambizioni anche quando compete con barche più grandi di lei.

 

 

Poi, effettuate le ultime operazioni di messa a punto, il 28 giugno, dal molo dello Y.C. di Genova, Vittorio, Luciano, Oscar e Paolo, mollavano gli ormeggi per raggiungere Gibilterra, Portimao e poi rotta verso le isole Azzorre.
La lunga tappa che portava a Sao Miguel, ha visto l’alternarsi di molti marinai.

 

A Barcelona si aggiunse Max, a Malaga  scese Luciano e  mi  imbarcai con  Arianna. Entrambi con lo scopo di raggiungere  quelle isole, di cui conosciamo solo il nome,  che confondiamo con una condizione meteorologica: l’anticiclone delle Azzorre, il quale si pone a protezione del bel tempo europeo.
Imbarco frettoloso, senza approdo a Malaga, ove la locale Milizia aveva vietato l’ ormeggio della Barca.
 

 

 

 

Faro del Porto di Malaga

 

Subito barra in direzione del marina di Sotogrande.
Ci arrivammo la sera alle 22 c.a., nonostante le assicurazioni  contrarie dei responsabili, nessuno ad attenderci in banchina.
Posto strano Sotogrande, una delle tante recenti urbanizzazioni, quasi una cattedrale nel deserto, infatti fuori dal perimetro del marina, la strada per Gibilterra, quattro case per ogni lato della strada e una lunga spiaggia, che porta ai residence giacenti  sia ad  est che ad ovest.
Quella spiaggia  vista di notte, senza luna, senza onda, senza rumori ed ombre e senza giovani con la chitarra, dava una strana sensazione, desolante, quasi opprimente.
Ma è un terra che non conosco per poterla valutare appieno.
 

Eppure, se da un lato la popolazione locale era quasi assente e si potevano contare tante auto di turisti nordici, dall’altro basta alzare gli occhi in direzione sud-ovest per scorgere in lontananza la sagoma della Rocca di Gibilterra.

 

La Rocca di Gibilterra avrebbe meritato una sosta del nostro trasferimento.  Qualcuno sostiene che da sola meriti un viaggio.Non potendoci fermare, ci siamo dedicati un avvicinamento  molto spinto, che ci ha permesso di scattare molte fotografie. Qui ne pubblico solo tre, che ne riprendono altrettante angolature.

 

Incredibile, però, vedere che proprio davanti allo stretto, vecchie carrette del mare alla fonda,  fanno brutta mostra di loro.
Mentre la ruggine se ne impossessa, sembrano  attendere il  tempo utile che riscatti la loro originale bellezza, tempo che  pare non voglia arrivare  mai.

 

Che emozione toccare quasi con mano le Colonne d’Ercole!
E vedere il sole tramontare  a ovest, l’Oceano, calmo e tranquillo.
Pian piano, si potevano scoprire le ombre dell’Africa che si allungano sui traghetti, mentre collegano Algeciras a Ceuta oppure Tangeri, aprendo una porta tra  l’Europa all’Africa.

 

Guardando a tribordo, si notavano le luci delle abitazioni che via via si illuminavano, tra le pale eoliche che riempiono le colline prospicienti le 12 miglia di mare, posto tra Tarifa e Gibilterra.
Non trovammo corrente contraria , ma dovemmo completare il percorso a motore, neppure un alito di vento ci accompagnava mentre ci affacciavamo sull’oceano Atlantico.  
Continuò così fin verso le 10 p.m. ed il doppiaggio del faro di Tarifa. Era già notte fonda, ancora senza luna, quando mettemmo a segno le vele e facemmo rotta per Càdiz.

 

 

Arrivammo al mattino, mentre rientravano i pescherecci,  dopo circa due ore di navigazione lungo la scogliera frangiflutti posta a protezione del lato ovest della città.

 

Tentammo di ormeggiare al locale marina, posto appena dietro il fanale d’ingresso al porto, ma non c’era abbastanza fondo, Emeraude si sarebbe arenata. Così dissero dalla direzione. Ci dirottarono al successivo marina, posto a nord della baia,   li  due giorni dopo imbarcammo  Paolo (c.d. Paolino).

 

Trascorremmo il tempo in attesa di Paolino, tra Cadiz e Santa Maria, cittadina posta ad est del marina, dotata di un porto fluviale, che durante l’alta marea ad un kilometro dalla foce, risentiva ancora degli effetti del mare, portando in quota i pontili, che altrimenti si abbassavano tanto che  le barche con grande pescaggio  rischiavano di arenarsi.

 

Entrambe le città  erano splendide. Cadiz  risente  dell’influenza araba, al punto di esserne  totalmente permeata.
Lungo i vicoli  che attraversano il centro, intorno al mercato, si possono notare androni e cortili  interni   tinteggiati o  rivestiti con materiali arabescanti, i cui colori e forme mettono allegria.

Bello il marina, di Santa Maria, anch’esso in un contesto di nuova e forse discutibile complesso, con un galeone  ed una goletta, all’ingresso, che ricordavano gli sfarzi della flotta ispanica, di  sapore e profumi esotici. Per me ancora più stimolanti,  xchè mi permettevano di immaginare le terre lontane che a breve saremmo   andati a scoprire,  salpando proprio da Cadice con rotta Portogallo e poi l’oceano aperto.
Santa Maria è un’antica città al cui centro si trova un meraviglioso castello, l’altezza del quale non supera quella della cinta di pini che   circonda il volgo.

 

E, se durante il giorno la città risente del caldo e  della delocalizzazione delle officine e dei grossi centri  commerciali,    la sera quei vicoli, deserti, pian piano si animano, si riempiono di ragazzi e ragazze provenienti da tutta Europa, persone giunte per godere del caldo e della “movida” notturna.
In quei locali è possibile consumare di tutto, cibo di ogni genere, frutta, vino, soprattutto carne.
Anche quella cruda, giovane e fresca, che la notte riempie strade e locali notturni, da quella tipica locale a quella d’importazione. Buona  per ogni tipo di appetito.

 

 
Dopo  due giorni trascorsi nella baia di Cadice, tappa per Portimao, per ulteriori due giorni di sosta, in attesa che si riducesse il vento da ovest, che in quei giorni soffiava mediamente a più di 35 nodi.
L’Algarve si mostrava maestosa ed assolata, popolata e selvaggia, dal mare si potevano notare i villaggi che si susseguivano lungo la costa frastagliata e le pianure anticipate da lunghe spiagge bianche.

Che meraviglia!
Trascorremmo due giorni a Portimao, Poi, finalmente, domenica sembrò tutto diverso, erano previsti soli 25 nodi di maestrale e  Vittorio   valutò che si poteva partire. Il vento era previsto in calo e la perturbazione che lo alimentava si stava spostando verso Nord, lasciando una previsione di netto miglioramento.

Meeting  con l’equipaggio al’1 p.m., al bar del marina, birra, gelato  caffè e decisione che era giunta l’ora di affrontare l’Oceano.
Dunque, alle 3 p.m., ora locale, mollammo gli ormeggi,  portandoci fuori dal marina. 
Mettemmo a segno le vele, con una mano di terzaroli e rotta per le Azzorre.

La navigazione proseguì senza difficoltà fino all’ora di cena, eravamo ancora protetti da punta Sagres.
Pesca fortunata prima di metterci a tavola, al rapala di Vittorio abboccarono ben 5 tonnetti.
Doppiammo capo Sagres durante la cena, che finimmo di tutta fretta, perché fummo chiamati rapidamente in coperta per ridurre ulteriormente la tela a riva. Dovemmo armare la trinchetta e dare la terza mano alla randa.

 

Le nuvole avanzavano, portate da un vento che non accennava a diminuire, mentre le onde iniziavano a diventare sempre più impegnative.
Di colpo, l’allegria della fortunata pesca lasciò spazio alla ragionata tranquillità del meeting tenuto per l’accordo sui turni ed i compiti di tutto l’equipaggio per affrontare l’imminente notte.
Con Vittorio e Max esaminammo le carte meteo e decidemmo di mettere il timone per 280°,  rotta diretta per Sao Miguel.

 

A me e Vittorio toccò il primo turno, dalle 23 all’1 ed il turno successivo dalle 5 alle 7.
I turni erano di due ore, al nostro seguiva Oscar con Paolo e Max con Arianna.
Il vento continuò, per tutta la notte ed il giorno dopo, a mantenersi sopra i trenta nodi, solo dal pomeriggio successivo tentò una riduzione sui 26-28 nodi, ma sotto raffica, comunque raggiungeva e talvolta superava i 36.

 

I 5 giorni che impiegammo per raggiungere Sao Miguel possono essere riassunti nell’affermazione che il tempo non ci diede tregua. Anzi, le ultime due notti, con cielo totalmente coperto, il nero era così nero che non si riusciva a distinguere il mare dal cielo.
Nonostante tutto, però, il giorno del compleanno mio e di Max riuscii a fare la torta di compleanno. Dissero tutti  “buona” e sparì in un attimo. Riuscii a preparare un secondo dolce, che aveva la consistenza del latte condensato, sapeva di jogurt e di cacao, fu consumato in tre giorni. Pur potendo contare su due pasti caldi al giorno, ho ancora l’impressione che furono aiutati dalla fame.

 

Ma tutti i viaggi che hanno un inizio, sono destinati ad avere anche una fine. Infatti,  il mattino del giovedì 21 luglio tra gli sprazzi di luce che finalmente il sole faceva intravvedere, si riuscì a scorgere la cima del  cratere sovrasta Furnas,  Agua Retorta e Nordeste.
Una montagna verde, immersa nelle nuvole.
L’avvicinamento fu rapido come rapido fu tutto il tragitto Portogallo-Sao Miguel.
Ma tra l’avvistamento di due balene, delfini, la lunga costa dell’isola e la rottura del giunto dell’asse dell’elica, a due miglia dall’ingresso del porto, riuscimmo ad ormeggiare alle 13. 00 ora locale.
Pulizia della barca e fare cambusa impegnò  l’intero pomeriggio.
Anche la serata trascorse all’insegna del mal tempo.

 

Sarà stata la familiarità la pioggerellina sottile che scendeva piano, saranno state le luci che si riflettevano sul basalto bagnato che pavimentava le strade, a me tanto caro date le mie origini vesuviane, sarà stata la tranquillità di poter contare sui piedi stabilmente piantati a terra, Sao Miguel mi apparve un posto affascinante, mentre lasciata Emeraude quella sera camminavo verso la locanda raccomandata dall’ormeggiatore.
Consumammo una cena preparata con cibi locali, freschi ed appetitosi accompagnati da una bottiglia divino rosso.
All’uscita, ancora sotto l’acqua,  un vecchio cavallo con la sua carrozza  attendeva l’ultimo cliente della sera, prima di avviarsi verso la stalla. Anch’esso sembrava infreddolito e dava l’impressione di aver bisogno  del caldo avvolgente delle mura domestiche.

La domenica rientrai in Italia. Emeraude girovagò per l’arcipelago, fino a giungere a Horta, da dove sabato 6 agosto sarebbe partita la regata Atlantic Trophee, con destinazione  Douarnenez (Bretagna).

 

Sabato 6 agosto alle 14.30 p.m. partenza da Horta.

 

Parte in elaborazione

 

Sabato 13 agosto Emeraude, dopo 6 giorni si navigazione arrivava vittoriosa a Duarnenez. La lunga penisola che protegge il golfo, fino all’ingresso del porto, ci accolse nella nebbia più fitta, infatti l’avvicinamento durò 3 ore!
Ma alla fine il risultato premiò una strategia vincente, sufficientemente aggressiva, ma con tutta l’attenzione possibile tesa a risparmiare l’equipaggio e la barca.

 

Complimenti all’equipaggio tutto, ma complimenti a Vittorio che con la sua prudenza ha permesso ad Emeraude di percorrere 1250 miglia senza infortuni e senza rotture.
Quindi un plauso riservato anche a Luca, Stefano, Stefania, Paolo G. Paolino S., Max, Isidoro.
Un grazie al Presidente del club  di Douarnenez e un altro al Presidente dell’Atlantic Trophee, che ha controllato giornalmente la posizione della barche durante l’intero svolgimento della regata.

Perfetta l’organizzazione del Comitato d’accoglienza, che alle 6.00 di mattino ci venne a scortare all’ingresso del porto, per portarci al traguardo, non solo ci accolsero con un dolce locale ed una bottiglia di sidro.

Successivamente, il 26-27 agosto Emeraude ha partecipato alle Régates du Crouesty (tour de Houat).
Per non perdere l’abitudine,  Emeraude si è piazzata al primo posto, a fianco la premiazione che ha visto la partecipazione di Vittorio, Cesarino e due membri dell’equipaggio (Cathrine e Luc), reclutati in Francia.  

Ultime regate quelle di La Rochelle, le Regates du Pavois et Trophee Harle, sono quelle cha hanno chiuso la stagione, ma hanno anche visto l’equipaggio navigante ridotto all’osso e ad energie esaurite.
Ciò nonostante la simpatia di tutti ha permesso di allacciare forti legami con le popolazioni locali, suscitando simpatie nelle istituzioni e nelle persone che hanno potuto frequentare la barca, auspicando la nostra  presenza in mare anche per gli anni futuri.

 

Quante persone abbiamo incontrato e quanti di questi li ricordiamo ora con tenerezza ed affetto.  Ricordarli tutti nei dettagli è difficile, mi limito ad indicare alcuni dei loro nomi, Tea Inclimona col marito,   Nicole, Cathrine, Cristin, Beatrice, Giuliet, Jan, Jak, Herbert,  Luc , il Direttore del museo di la Rochelle e tutti i marinai che ci hanno accompagnato nella lunga tappa che da Horta ci ha portato in Francia.
Altri ne ricordo ma aimè, non ricordo i loro nomi, sebbene ho viva in mente la loro cordiale simpatia. Saluto tutti loro.

 

L'articolo completo è in formazione. tra qualche giorno sarà operativo il linck.
Isidoro R.

 

 

16/09/2010 - COMUNICAZIONE DELL'ARMATORE
Cari membri,
vi informo che Emeraude, tra Agosto e Settembre, ha vinto:

- XVI trofeo Illes Balears classic.

- I trofeo Mare nostrum di RANC (Real association de cruceros), in pratica il campionato spagnolo per barche classiche.

- XVI edizione Vele d'epoca ad Imperia.

Congratulazioni agli equipaggi da parte mia!

Vittorio


Emeraude è un prototipo di German Frers costruito dal cantiere Royal Huisman in Olanda nel 1975 per un armatore francese e destinato a regatare ad altissimo livello come I classe IOR.

Emeraude ha vinto il Challenge Panerai sia nel 2006 che nel 2007 e si fregia del titolo di campione del Mediterraneo per la categoria barche classiche (barche costruite dal 1950 al 1976).

Buona navigazione!


Pranzo dell’Armatore 2010

Si è appena concluso il pranzo dell’Armatore, quest’anno organizzato per oggi 5 dicembre 2010, che avverto l’insistente necessità di riassumere l’attività dell’anno ed affrontare i progetti appena accennati, i cui  sviluppi potrebbero portare orizzonti di isole lontane.

Come al solito, Vittorio ha voluto aprire l’incontro a suo modo,  con un veloce ringraziamento a tutti coloro che hanno aiutato Emeraude a raggiungere i risultati della stagione.

Ha ringraziato tutti i marinai presenti ed ha ringraziato coloro che non hanno potuto presenziare, gli spagnoli, i francesi e gli italiani, che comunque hanno inviato il loro saluto ed complimenti alla barca, all’equipaggio ed al combattivo Armatore.

Ricordo l’appuntamento di marzo, sempre a casa di Vittorio, quando prima del commiato, promettemmo un po’ più di impegno, per portarci a casa un trofeo mancato già per due anni…

In ultimo, finalmente la conferma; è arrivato  all’evento conclusivo, nonostante gli handicap e soprattutto a dispetto della bravura dell’agguerrito e giovane equipaggio di Chaplin, che ha ci sfidato con  sapienza e determinazione.  

Doverosa osservazione, sulla loro risolutezza è quella che  spesso è sembrata oltrepassare di molto e con eccessiva frequenza, non solo la sportività ma anche la correttezza. Correttezza che è dovuta a tutti i concorrenti, indipendentemente dall’età di questi.

Diversamente , abbiamo avuto l’impressione che un gruppetto di “baldi giovini” professionisti, certamente bravi, ma eccessivamente spavaldi e dalle maniere sbrigative, pur di vincere, non abbiano mai usato mezze misure, giungendo  anche a  speronarci (per ben tre volte) durante la stagione appena conclusa. Purtroppo Emeraude porta ancora i segni sulla poppa.

 

 

 

Danni da speronamento

Oltre ad una  personale nota di demerito per loro, che gareggiando con una nave di proprietà dello Stato si permettono di mettere a rischio quella e produrre danni alla proprietà dei Cittadini, occorrerebbe  che il comitato CIM e Panerai si interrogasse sull’opportunità di far gareggiare equipaggi di professionisti contro “gentlemen”.

BENE, ora, il challenger Panerai è più brillante che mai e non sfigura accanto alla vetrina che completa l’arredamento del soggiorno di Vittorio.

 

 

 

 

 

Eccolo a fianco.

Il premio è stato accompagnato da due ulteriori riconoscimenti, la coppa CIM, il XVI trofeo Illes Balears classic; il trofeo Mare nostrum di RANC (Real association de cruceros) in pratica il campionato spagnolo per barche classiche e la XVI edizione Vele d'epoca ad Imperia.

Tra una pietanza e l’altra, Vittorio si è esibito con la presentazione di tutti i marinai presenti, dei quali ha esaltato le qualità, mescolando qua e là un pizzico di simpatica ironia.

Sorpresa interessantissima la presentazione da parte di Guido del proprio lavoro prestato nella preparazione delle vele delle imbarcazioni italiane nelle regate di coppa America (Azzurra,  Moro di Venezia, Luna Rossa).

La giornata si è conclusa con la presentazione dell’associazione Via col vento, che sostiene l’attività di Emeraude e soprattutto con le anticipazione del programma del 2011.

Programma che, sponsor permettendo, propone la preparazione della barca e dell’equipaggio per l’attraversata atlantica, che dovrebbe avvenire a dicembre con la regata che prende il via da Agadir.

L’alternativa è costituita da un mese di regate in Bretagna poi rientro Marina di Carrara. Ma i dettagli potranno essere svelati solo dopo aver risolto l’argomento finanziamenti, cosa che avverrà nella prossima primavera.

Per chiudere avevo pensato di raccogliere con Vittorio, il nome di tutti coloro che hanno regatato o partecipato ai trasferimenti di Emeraude durante la lunga stagione 2010.

Terminato l’elenco, mi sono però accorto che sarebbero mancati i nomi di tanti amici che hanno gareggiato si Emeraude. Difficile per me risalire a tutti, avendo partecipato solo ad alcuni eventi. Dunque preferisco rivolgere un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato all’attività del 2010 ed al pranzo da Vittorio.

Chi desidera, potrà riconoscersi nelle foto allegate, mentre io vi invito a partecipare al programma del 2011.

 

Padova , 12 dicembre 2010.

                                                                                         Isidoro R.

Alcune premiazioni 2010

Spezia

   

Imperia

   

Barcellona

 


 

Cannes: premiazione

Cannes: esultazione


 

Cannes: cena della premiazione

Buon vento!

 
TRAFILETTO NEWS

Mantieniti aggiornato sulle ultime news riguardanti Emeraude e il suo equipaggio.

.:: 13 gennaio 2011 - Serata a VELA - Emeraude, una regata lunga 13 anni
Rovigo, Sala dellaGran Guardia - P.zza Vittorio Emanuele II ore 20:45
.:: ottobre 2009
Terminata la stagione velica di Emeraude è tempo di bilanci. Molto buoni i risultati ottenti, tra cui spiccano il secondo posto a Barcellona, con tanto di premiazione da parte del Re di Spagna, il terzo posto a Porto Rotondo ed il terzo posto a Cannes, con premio Panerai alla partecipazione.
.:: 30 maggio 2009
Ajaccio - Emeraude si è classificata prima dopo le 5 prove delle "Regates Imperials".
.:: 24 marzo 2009
E' di nuovo possibile per l'equipaggio confermare la propria disponibilità per la partecipazione alle regate, tramite apposita procedura di registrazione, indicando la regata che interessa
.:: 24 marzo 2009
E' stato pubblicato il calendario regate 2009
.:: 8-10 agosto 2008
Vele classiche” organizzate dal C.I.M., presso il Club de Mar Palma de Mallorca
.:: 16 – 19 luglio 2008
Regate vela Classica “Trofeo Puig” di Barcellona
.:: 13-17 giugno 2008
Regata d'altura sul percorso La Spezia - Isola di Capraia (Coppa Luigi Durand de la Penne)

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